sabato 11 aprile 2020

Step #7


Pensando al termine ‘canalizzare’ e soprattutto al sostantivo da cui deriva, viene subito in mente il romanzo “Canale Mussolini”, di Antonio Pennacchi.
Pubblicato nel 2010 il libro è ambientato nell’Agro Pontino all’epoca della grande bonifica. Vi si narrano le vicende dei contadini giunti dal Nordest italiano e trapiantati in questa nuova terra di frontiera.
Nei poderi lungo questo canale, tra chiuse, rogge e “cascatelle”, si svolgono le vite dure e a tratti avventurose dei pionieri veneti e romagnoli in terra laziale.
Indimenticabile la descrizione dello stupore e dello smarrimento di questi emigranti, catapultati in una nuova realtà dove tutto appariva estraneo e nuovo: “[…] non c’era nient’altro, non un albero, niente, tutto spoglio di qua e di là all’orizzonte: il vuoto assoluto. Solo quella striscia celeste a levante – le montagne – e poi l’argine del Canale Mussolini. Argine nudo però – terra smossa senza neanche un filo d’erba – non un argine ma un tumulo, una tomba fresca senza neanche la croce.”


2010 Antonio Pennacchi | Premio Strega 2020
Copertina del romanzo Canale Mussolini, ed. 2010

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