Sintesi finale.
All'interno di quest blog ho intrapreso un percorso interdisciplinare intorno al termine canalizzare.
Inizialmente ho trattato dell'etimologia della parola nella lingua italiana e in quelle straniere; inoltre ho tracciato una storia della parola.
Successivamente ho ricercato la presenza del vocabolo nei mondi della pubblicità, della mitologia; senza dimenticare i campi riguardanti l'arte: letteratura, poesia, cinema, arte figurativa.
Inoltre ho analizzato la comparsa e l'evoluzione del verbo in alcune epoche storiche: nell'antichità, nel tardo medioevo, nel Settecento, nell'Ottocento, nel Novecento, nei giorni nostri durante la pandemia di Covid-19 e nella presentazione di un brevetto rivoluzionario, e infine in un'invenzione futura non ancora realizzabile oggi.
L'elemento principale legato al canalizzare è senza dubbio l'acqua e per sfruttarla al meglio l'uomo ha cominciato a studiare le scienze applicate, ottenendo dei grandi risultati.
Infine ho citato un protagonista che rappresenta il termine, ho stilato un abbecedario e ho riportato una notizia di cronaca legata ad un'altro materiale connesso al significato della parola: il petrolio.
domenica 14 giugno 2020
sabato 13 giugno 2020
venerdì 12 giugno 2020
mercoledì 10 giugno 2020
Step #22
Innovazione rivoluzionaria nel campo della canalizzazione.
Una delle più grandi sfide per l'uomo sarà quella di sopperire la carenza di acqua causata dall'avanzamento della desertificazione in alcune zone del pianeta a causa dei cambiamenti climatici.
Al fine di affrontare questa problematica una soluzione potrebbe essere una macchina che preleva l'acqua dai mari o dagli oceani, la desalinizza e soprattutto la rende potabile mediante speciali filtri; una volta terminato il processo sarà solamente necessario canalizzare la preziosa risorsa in tubature che la distribuiscono per migliaia di km.
Al giorno d'oggi si hanno già dei prototipi di impianti di desalinizzazione, ma questi hanno due problematiche principali: l'eccessivo costo, che rende questa tecnologia un'esclusiva dei più ricchi, e il fatto che l'acqua ottenuta non è potabile. In futuro dunque la sfida sarà di rendere più efficiente la macchina e di abbatterne i costi di produzione e mantenimento al fine di permetterne l'accesso a tutti.
Una delle più grandi sfide per l'uomo sarà quella di sopperire la carenza di acqua causata dall'avanzamento della desertificazione in alcune zone del pianeta a causa dei cambiamenti climatici.
Al fine di affrontare questa problematica una soluzione potrebbe essere una macchina che preleva l'acqua dai mari o dagli oceani, la desalinizza e soprattutto la rende potabile mediante speciali filtri; una volta terminato il processo sarà solamente necessario canalizzare la preziosa risorsa in tubature che la distribuiscono per migliaia di km.
Al giorno d'oggi si hanno già dei prototipi di impianti di desalinizzazione, ma questi hanno due problematiche principali: l'eccessivo costo, che rende questa tecnologia un'esclusiva dei più ricchi, e il fatto che l'acqua ottenuta non è potabile. In futuro dunque la sfida sarà di rendere più efficiente la macchina e di abbatterne i costi di produzione e mantenimento al fine di permetterne l'accesso a tutti.
Step #21
Irrigazione a goccia.
Una delle più grandi innovazioni nel campo della canalizzazione dell'acqua ai fini dell'irrigazione consiste nell'irrigazione a goccia.
La scarsità di riserve idriche in alcune zone della terra ha spinto l'uomo a ingegnarsi per rendere fertili quelle regioni e dunque brevettare nuove tecniche per rendere più efficiente la distribuzione delle acque.
Un esempio consiste nell'irrigazione "a goccia", sperimentata per la prima volta nel deserto in Israele intorno alla metà del secolo scorso. La sua ideazione derivò dell'osservazione di una pianta che riusciva a crescere quasi in assenza di acqua, sfruttando una piccola perdita da una conduttura.
La diffusione in Europa e America si ebbe alcuni anni più tardi, con l'avvento della produzione industriale di plastica, che permise di dare origine a nuove condutture, emissori e temporizzatori.
Una delle più grandi innovazioni nel campo della canalizzazione dell'acqua ai fini dell'irrigazione consiste nell'irrigazione a goccia.
La scarsità di riserve idriche in alcune zone della terra ha spinto l'uomo a ingegnarsi per rendere fertili quelle regioni e dunque brevettare nuove tecniche per rendere più efficiente la distribuzione delle acque.
Un esempio consiste nell'irrigazione "a goccia", sperimentata per la prima volta nel deserto in Israele intorno alla metà del secolo scorso. La sua ideazione derivò dell'osservazione di una pianta che riusciva a crescere quasi in assenza di acqua, sfruttando una piccola perdita da una conduttura.
La diffusione in Europa e America si ebbe alcuni anni più tardi, con l'avvento della produzione industriale di plastica, che permise di dare origine a nuove condutture, emissori e temporizzatori.

domenica 31 maggio 2020
Step #20
Elemento della canalizzazione.
Indubbiamente il materiale che per primo viene in mente quando si parla di canalizzazione è l'acqua.
Essa stessa ha creato la storia della canalizzazione e l'esigenza del suo sfruttamento per gli scopi più disparati ha fatto si che l'uomo si ingegnasse per creare nuove tecnologie nel corso dei secoli.
Inizialmente veniva usata esclusivamente per l'irrigazione, nell'agricoltura.
Esempio di semplice canale agricolo
Con la nascita delle civiltà ha cominciato ad essere canalizzata per servire le città.
Acquedotto romano
Iniziò ad essere utilizzata per la macina del grano per mezzo dei mulini.

Illustrazione di un mulino ad acqua medioevale
Al giorno d'oggi viene canalizzata per produrre energia elettrica.

Esempio di centrale idroelettrica
sabato 30 maggio 2020
Step #19
Canalizzare nella scienza applicata.
Il termine canalizzare è strettamente correlato al mondo dei fluidi e in particolare a quello dell'acqua; dunque le scienze che più lo rappresentano sono l'idrostatica e la fluidodinamica.
A partire dall'antichità, con la creazione dei primi canali e dei primi pozzi per la gestione delle risorse idriche, l'uomo ha inconsciamente incominciato a sfruttare le leggi fisiche che legano i fluidi, sperimentando tecniche sempre nuove, che con il passare si sono rivelate sempre più efficienti, fino ad arrivare ai giorni nostri, dove il livello di conoscenza nel campo è pressoché totale.
Per esempio si iniziò a sfruttare il principio dei vasi comunicanti, ponendo le cisterne d'acqua sulle alture, al fine di far arrivare l'acqua anche nei piani superiori delle abitazioni.
Il termine canalizzare è strettamente correlato al mondo dei fluidi e in particolare a quello dell'acqua; dunque le scienze che più lo rappresentano sono l'idrostatica e la fluidodinamica.
A partire dall'antichità, con la creazione dei primi canali e dei primi pozzi per la gestione delle risorse idriche, l'uomo ha inconsciamente incominciato a sfruttare le leggi fisiche che legano i fluidi, sperimentando tecniche sempre nuove, che con il passare si sono rivelate sempre più efficienti, fino ad arrivare ai giorni nostri, dove il livello di conoscenza nel campo è pressoché totale.
Per esempio si iniziò a sfruttare il principio dei vasi comunicanti, ponendo le cisterne d'acqua sulle alture, al fine di far arrivare l'acqua anche nei piani superiori delle abitazioni.
Un altro esempio è la capacità di trasformare l'energia cinetica della corrente dell'acqua fluente ai fini della produzione di energia meccanica, che in passato veniva sfruttata per il funzionamento della macina nei mulini e al giorno d'oggi per la produzione di energia elettrica nelle centrali idroelettriche.

mercoledì 27 maggio 2020
Step #18
Notizia di cronaca legata al canalizzare.
In tutti i porti del mondo in cui attraccano le navi petroliere ha origine una intricata serie di tubature, che conduce il combustibile alle città; questi oleodotti sono molto pericolosi e generano generalmente timore a causa del liquido canalizzato al loro interno, per questo motivo devono essere molto spesso revisionati e sottoposti ad ammodernamenti.
In alcuni casi purtroppo i controlli non vengono effettuati abbastanza assiduamente o correttamente e dunque, dalla rottura delle tubature si generano danni devastanti per il territorio circostante.
Questo è successo nell’aprile 2016 in provincia di Genova, una conduttura di petrolio è esplosa e ha causato il versamento di 680 mila litri di greggio nel torrente Polcevera e successivamente nel mare, recando danno alla flora e alla fauna del luogo, inclusa la popolazione del luogo.
In questo articolo di repubblica se ne parla.
In tutti i porti del mondo in cui attraccano le navi petroliere ha origine una intricata serie di tubature, che conduce il combustibile alle città; questi oleodotti sono molto pericolosi e generano generalmente timore a causa del liquido canalizzato al loro interno, per questo motivo devono essere molto spesso revisionati e sottoposti ad ammodernamenti.
In alcuni casi purtroppo i controlli non vengono effettuati abbastanza assiduamente o correttamente e dunque, dalla rottura delle tubature si generano danni devastanti per il territorio circostante.
Questo è successo nell’aprile 2016 in provincia di Genova, una conduttura di petrolio è esplosa e ha causato il versamento di 680 mila litri di greggio nel torrente Polcevera e successivamente nel mare, recando danno alla flora e alla fauna del luogo, inclusa la popolazione del luogo.
In questo articolo di repubblica se ne parla.
Step #17
Abbecedario riguardante il temine canalizzare.
Acqua
Bridgewater
Canale
Diga
Emigrare
Flusso
Gas
Havre (Le)
Istmo
Letto
Mulino
Naviglio
Oltrepassare
Portata
Qanat
Risaia
Sommergere
Tombe (a sifone)
Unire
Valle
Zattera
Acqua
Bridgewater
Canale
Diga
Emigrare
Flusso
Gas
Havre (Le)
Istmo
Letto
Mulino
Naviglio
Oltrepassare
Portata
Qanat
Risaia
Sommergere
Tombe (a sifone)
Unire
Valle
Zattera
Step #16
Un protagonista.
In questo blog non poteva non fare la sua comparsa uno dei più grandi inventori della storia dell'umanità: Leonardo da Vinci. Egli è legato al termine canalizzare per via dei progetti che mise in atto nella creazione dei canali della città di Milano.
L'inventore Toscano portò nella città lombarda l'ambizioso progetto di creare un collegamento navigabile tra i fiumi Ticino e Adda. Per far si che questa idea divenisse realtà stabilì che all'interno della zona metropolitana dovesse sorgere un allaccio tra il naviglio Martesana con quelli più vicini al centro città. Risolse inoltre la questione del dislivello tra una porzione del territorio ed un'altra mediante lo sfruttamento di paratie, chiuse e porte, che permettevano alle imbarcazioni di spostarsi liberamente.
La maggior parte dei navigli nei primi decenni del novecento è stata coperta da edifici e strade e dunque le ingegnose costruzioni di Leonardo sono state nascoste alla vista dei visitatori, ma al giorno d'oggi l'idea è quella di riportarne alcuni alla luce.
Fonti:
https://www.leonardoamilano.org/navigli.php
http://www.aboutmilan.com/it/navigli-di-leonardo-milano.html
In questo blog non poteva non fare la sua comparsa uno dei più grandi inventori della storia dell'umanità: Leonardo da Vinci. Egli è legato al termine canalizzare per via dei progetti che mise in atto nella creazione dei canali della città di Milano.
L'inventore Toscano portò nella città lombarda l'ambizioso progetto di creare un collegamento navigabile tra i fiumi Ticino e Adda. Per far si che questa idea divenisse realtà stabilì che all'interno della zona metropolitana dovesse sorgere un allaccio tra il naviglio Martesana con quelli più vicini al centro città. Risolse inoltre la questione del dislivello tra una porzione del territorio ed un'altra mediante lo sfruttamento di paratie, chiuse e porte, che permettevano alle imbarcazioni di spostarsi liberamente.
La maggior parte dei navigli nei primi decenni del novecento è stata coperta da edifici e strade e dunque le ingegnose costruzioni di Leonardo sono state nascoste alla vista dei visitatori, ma al giorno d'oggi l'idea è quella di riportarne alcuni alla luce.

Particolare di chiusa in un naviglio
Fonti:
https://www.leonardoamilano.org/navigli.php
http://www.aboutmilan.com/it/navigli-di-leonardo-milano.html
Step #15
Canalizzare nel Novecento.
Nel corso del XX° secolo la canalizzazione delle acque ha cominciato ad essere utilizzata per la produzione dell'energia elettrica, grazie alla scoperta della possibilità di sfruttare l'accelerazione che acquisisce l'acqua fatta cadere da grandi altezze.
Affinché l'acqua venga canalizzata all'interno dei condotti collegati alla centrale, è necessario costruire un bacino artificiale a monte, per mezzo di una diga.
Nel corso del XX° secolo la canalizzazione delle acque ha cominciato ad essere utilizzata per la produzione dell'energia elettrica, grazie alla scoperta della possibilità di sfruttare l'accelerazione che acquisisce l'acqua fatta cadere da grandi altezze.
Affinché l'acqua venga canalizzata all'interno dei condotti collegati alla centrale, è necessario costruire un bacino artificiale a monte, per mezzo di una diga.

Diga e bacino artificiale
L'acqua viene forzata all'interno delle condotte forzate in cui la sua energia potenziale dovuta all'altitudine, si trasforma in energia cinetica, la quale giunge fino alla centrale idroelettrica.

Condotte forzate
Nell'impianto a valle l'acqua permette alle turbine di ruotare generando così energia meccanica, la quale immediatamente viene convertita in energia elettrica per mezzo dell'alternatore, una particolare tipologia di generatore.

Schema di una centrale idroelettrica
L'energia viene infine distribuita tramite i classici tralicci dell'alta tensione al territorio circostante, dopo essere passata dal trasformatore, che modifica le caratteristiche dell'energia al fine di trasferirla da un circuito ad un altro.

Trasformatore
mercoledì 20 maggio 2020
Step #14
Canalizzare nell'Ottocento
Nel corso del diciannovesimo secolo in Piemonte è stata realizzata una delle più importanti opere di canalizzazione mai portate a termine della storia italiana, si tratta del canale Cavuor.
Il progetto, risalente al 1852, fu ideato dall'ingegnere Carlo Noè su commissione del presidente del consiglio dei ministri del regno di Sardegna, Camillo Benso di Cavour. I lavori per la sua costruzione si svolsero tra il 1863 e il 1866, dopo l'unità d'Italia e la morte di Cavuor. Il canale venne costruito per supportare l'enorme richiesta di acqua nella risicoltura, molto sviluppata nella pianura Piemontese.
Il canale ha origine dal fiume Po all'altezza di Chivasso e, dopo aver attraversato la Dora Baltea, l'Elvo, il Cervo e il Sesia, termina confluendo nel Ticino nel territorio di Galliate.
I corsi d'acqua che incontra vengono superati per mezzo di mirabili opere ingegneristiche quali i ponti canale, i quali permettono il passaggio al di sopra, e le tombe a sifone, che permettono il passaggio al di sotto.

Nel corso del diciannovesimo secolo in Piemonte è stata realizzata una delle più importanti opere di canalizzazione mai portate a termine della storia italiana, si tratta del canale Cavuor.
Il progetto, risalente al 1852, fu ideato dall'ingegnere Carlo Noè su commissione del presidente del consiglio dei ministri del regno di Sardegna, Camillo Benso di Cavour. I lavori per la sua costruzione si svolsero tra il 1863 e il 1866, dopo l'unità d'Italia e la morte di Cavuor. Il canale venne costruito per supportare l'enorme richiesta di acqua nella risicoltura, molto sviluppata nella pianura Piemontese.
Il canale ha origine dal fiume Po all'altezza di Chivasso e, dopo aver attraversato la Dora Baltea, l'Elvo, il Cervo e il Sesia, termina confluendo nel Ticino nel territorio di Galliate.
I corsi d'acqua che incontra vengono superati per mezzo di mirabili opere ingegneristiche quali i ponti canale, i quali permettono il passaggio al di sopra, e le tombe a sifone, che permettono il passaggio al di sotto.


Tomba a sifone all'incrocio con il Sesia Ponte canale sul torrente Cervo
Ancora al giorno d'oggi il canale è di fondamentale importanza per l'apporto idrico alle piantagioni delle province che attraversa; anche grazie alla sua lunghezza di circa 80 km e alla portata di 110 metri cubi al secondo.
Negli ultimi anni la Coutenza Canali Cavour (la società che gestisce il canale) ha commissionato alcune opere di ristrutturazione, al fine di rafforzare i suoi argini e minimizzare le perdite, rendendolo in tal maniera nettamente più efficiente.

Fonti:
sabato 16 maggio 2020
Step #13
Canalizzare nel Settecento - il canale di Bridgewater.
Durante la prima rivoluzione industriale in Inghilterra emerse la necessità di trasportare più velocemente le merci e il combustibile, per implementare lo sviluppo in atto in quell'epoca.
Un esempio di infrastruttura per facilitare le intercomunicazioni è il canale di Bridgewater: un canale artificiale collegante le città di Rucorn, Manchester e Leigh per una lunghezza complessiva di 66 km.
Fu commissionato da Francis Egerton, duca di Bridgewater, possessore di miniere di carbone, fu costruito tra il 1759 e il 1761; si rivelò molto efficiente permettendo il trasporto più veloce del carbone, risorsa primaria per l'epoca e inoltre ne permise la vendita a metà prezzo.
Il canale venne impiegato per il trasporto delle merci fino al 1975, al giorno d'oggi invece viene navigato solamente da navi da diporto.
Durante la prima rivoluzione industriale in Inghilterra emerse la necessità di trasportare più velocemente le merci e il combustibile, per implementare lo sviluppo in atto in quell'epoca.
Un esempio di infrastruttura per facilitare le intercomunicazioni è il canale di Bridgewater: un canale artificiale collegante le città di Rucorn, Manchester e Leigh per una lunghezza complessiva di 66 km.
Fu commissionato da Francis Egerton, duca di Bridgewater, possessore di miniere di carbone, fu costruito tra il 1759 e il 1761; si rivelò molto efficiente permettendo il trasporto più veloce del carbone, risorsa primaria per l'epoca e inoltre ne permise la vendita a metà prezzo.
Il canale venne impiegato per il trasporto delle merci fino al 1975, al giorno d'oggi invece viene navigato solamente da navi da diporto.

Fonti:
mercoledì 29 aprile 2020
Step #12
Una delle più note applicazioni del termine canalizzare è senza dubbio la creazione delle risaie Piemontesi.
La coltivazione del riso nacque nell'Asia orientale circa 7000 anni fa, fu portata nel mondo occidentale dagli arabi e iniziò a essere sperimentata dai monaci cistercensi nel basso medioevo; a partire dal quattrocento iniziò a essere coltivato in risaia.
Già a partire dall'undicesimo-dodicesimo secolo la sterilità dei terreni argillosi delle pianure centrali del Piemonte spinse le popolazioni a creare una fitta rete di canali, i quali sfruttavano le acque dei fiumi discendenti dai ghiacciai del monte Rosa e della Valle d'Aosta.
La morfologia territoriale della pianura piemontese venne fin dal principio ritenuta adatta alla creazione delle risaie, infatti pur apparendo "piatta" in realtà ha una leggera pendenza, infatti le zone prossime alle prealpi hanno un'altitudine media di 160 m sul livello del mare, mentre quelle vicine alla confluenza tra il Sesia e il Po un'elevazione di 100 m.
La pendenza favoriva naturalmente il naturale scorrimento verso valle delle acque permettendo di irrigare le piantagioni con acqua sempre nuova e non stantia, che invece avrebbe potuto recare danni alla coltivazione stessa.
Il riso necessita di essere coltivato sott'acqua poiché deve essere protetto dagli sbalzi termici, inoltre la temperatura dell'acqua che lo ricopre non poteva essere fredda come è nei fiumi, dunque con la canalizzazione del territorio fu possibile soddisfare entrambe le esigenze dei germogli.
Le risaie sono costruite livellando e spianando il terreno con la tecnica del terrazzamento e sono divise grazie a dei terrapieni.
L'acqua dopo essere stata prelevata dal fiume viene fatta scorrere all'interno di canali a serpentina chiamati "caldane" dove, per mezzo dell'azione del sole, viene scaldata fino a raggiungere la temperatura adatta alla coltivazione del riso; successivamente allaga la cosiddetta 'camera' passando attraverso la bocchetta di ingresso infine nella parte a valle è presente la bocchetta che permette il passaggio delle acque di scolo. Le bocchette di entrata e di uscita sono dotate di paratie per controllare al meglio che il livello delle acque sia omogeneo per tutta la durata della coltivazione.
Queste tecniche sono utilizzate ancora al giorno d'oggi, anche se in parte sono state migliorate con l'avvento dei nuovi macchinari tecnologici.
Il perfezionamento di queste tecniche ha permesso, già a partire dal seicento, che il riso diventasse un'eccellenza del territorio Piemontese come è ancora al giorno d'oggi.
Fonti:
http://www.roberto-crosio.net/1_vercellese/habitat_fasi_agricoltura.htm
http://www.stradadelrisovercellese.it/sai-di-riso/la-storia-del-riso-nel-vercellese/
https://it.wikipedia.org/wiki/Risicoltura
https://www.beniculturali.it/mibac/multimedia/MiBAC/minisiti/alimentazione/sezioni/origini/articoli/riso.html
http://www.roberto-crosio.net/1_vercellese/reticolo_idrografia.htm
https://it.wikipedia.org/wiki/Terrazzamento
La coltivazione del riso nacque nell'Asia orientale circa 7000 anni fa, fu portata nel mondo occidentale dagli arabi e iniziò a essere sperimentata dai monaci cistercensi nel basso medioevo; a partire dal quattrocento iniziò a essere coltivato in risaia.
Già a partire dall'undicesimo-dodicesimo secolo la sterilità dei terreni argillosi delle pianure centrali del Piemonte spinse le popolazioni a creare una fitta rete di canali, i quali sfruttavano le acque dei fiumi discendenti dai ghiacciai del monte Rosa e della Valle d'Aosta.
La morfologia territoriale della pianura piemontese venne fin dal principio ritenuta adatta alla creazione delle risaie, infatti pur apparendo "piatta" in realtà ha una leggera pendenza, infatti le zone prossime alle prealpi hanno un'altitudine media di 160 m sul livello del mare, mentre quelle vicine alla confluenza tra il Sesia e il Po un'elevazione di 100 m.
La pendenza favoriva naturalmente il naturale scorrimento verso valle delle acque permettendo di irrigare le piantagioni con acqua sempre nuova e non stantia, che invece avrebbe potuto recare danni alla coltivazione stessa.
Il riso necessita di essere coltivato sott'acqua poiché deve essere protetto dagli sbalzi termici, inoltre la temperatura dell'acqua che lo ricopre non poteva essere fredda come è nei fiumi, dunque con la canalizzazione del territorio fu possibile soddisfare entrambe le esigenze dei germogli.

Risaie e sullo sfondo le montagne innevate: origine dei fiumi
L'acqua dopo essere stata prelevata dal fiume viene fatta scorrere all'interno di canali a serpentina chiamati "caldane" dove, per mezzo dell'azione del sole, viene scaldata fino a raggiungere la temperatura adatta alla coltivazione del riso; successivamente allaga la cosiddetta 'camera' passando attraverso la bocchetta di ingresso infine nella parte a valle è presente la bocchetta che permette il passaggio delle acque di scolo. Le bocchette di entrata e di uscita sono dotate di paratie per controllare al meglio che il livello delle acque sia omogeneo per tutta la durata della coltivazione.
Queste tecniche sono utilizzate ancora al giorno d'oggi, anche se in parte sono state migliorate con l'avvento dei nuovi macchinari tecnologici.
Schematizzazione del funzionamento delle risaie
Il perfezionamento di queste tecniche ha permesso, già a partire dal seicento, che il riso diventasse un'eccellenza del territorio Piemontese come è ancora al giorno d'oggi.
Fonti:
http://www.roberto-crosio.net/1_vercellese/habitat_fasi_agricoltura.htm
http://www.stradadelrisovercellese.it/sai-di-riso/la-storia-del-riso-nel-vercellese/
https://it.wikipedia.org/wiki/Risicoltura
https://www.beniculturali.it/mibac/multimedia/MiBAC/minisiti/alimentazione/sezioni/origini/articoli/riso.html
http://www.roberto-crosio.net/1_vercellese/reticolo_idrografia.htm
https://it.wikipedia.org/wiki/Terrazzamento
Step #11
Canalizzare nella pandemia Covid-19
In queste settimane il verbo canalizzare viene adoperato molto spesso nel suo significato di rivolgere le energie oppure rivolgere l'attenzione verso qualcosa o qualcuno.
Per esempio Mirko Zorzo, sindaco di Albizzate, in occasione della celebrazione del 25 aprile, ha rivolto un appello ai politici e a tutti i cittadini italiani , sostenendo che sia necessario rivolgere le nostre energie e attenzioni alla lotta contro il coronavirus; ne ha parlato in questo articolo.
Si anche sentito parlare del canalizzare nella tematica del conferire aiuti economici agli stati più colpiti dal virus e, al loro interno, a famiglie, imprese in difficoltà; di questa tematica ne parla Galluraoggi.it
In queste settimane il verbo canalizzare viene adoperato molto spesso nel suo significato di rivolgere le energie oppure rivolgere l'attenzione verso qualcosa o qualcuno.
Per esempio Mirko Zorzo, sindaco di Albizzate, in occasione della celebrazione del 25 aprile, ha rivolto un appello ai politici e a tutti i cittadini italiani , sostenendo che sia necessario rivolgere le nostre energie e attenzioni alla lotta contro il coronavirus; ne ha parlato in questo articolo.
Si anche sentito parlare del canalizzare nella tematica del conferire aiuti economici agli stati più colpiti dal virus e, al loro interno, a famiglie, imprese in difficoltà; di questa tematica ne parla Galluraoggi.it
lunedì 27 aprile 2020
Step #10
La canalizzazione ai fini dell'irrigazione fa la sua comparsa in un film del 1932 dal titolo Les eaux saintes, del regista svizzero Erich Waschneck.
Il film, ambientato nel Vallese, prende spunto dal romanzo An heiligen Wassern, di Jakob Christoph Heer del 1898.
Nelle vallate vallesane, colonizzate fino ad alta quota, è da sempre indispensabile irrigare i prati e i campi a causa delle scarse precipitazioni.
I vallesani hanno ideato fin dal medioevo un sistema di canalizzazioni chiamate bisses nella zona romanza e Suonen in quella germanofona.
Il termine germanico è stato tramandato anche nelle colonie walser del Piemonte e della Valle d'Aosta (es. 'sua' ad Alagna Valsesia)
Fonti: https://hls-dhs-dss.ch/it/articles/007955/2006-10-02/
Il film, ambientato nel Vallese, prende spunto dal romanzo An heiligen Wassern, di Jakob Christoph Heer del 1898.
Nelle vallate vallesane, colonizzate fino ad alta quota, è da sempre indispensabile irrigare i prati e i campi a causa delle scarse precipitazioni.
I vallesani hanno ideato fin dal medioevo un sistema di canalizzazioni chiamate bisses nella zona romanza e Suonen in quella germanofona.
Il termine germanico è stato tramandato anche nelle colonie walser del Piemonte e della Valle d'Aosta (es. 'sua' ad Alagna Valsesia)
Fonti: https://hls-dhs-dss.ch/it/articles/007955/2006-10-02/

Esempio di bisse vallesana, tipica condotta idrica in legno
sabato 11 aprile 2020
Step #9

"Ponte di Langlois", Vincent Van Gogh, 1888, Museo Kröller-Müller, Otterlo
L'immagine raffigura un ponte che attraversava un canale di irrigazione nella periferia di Arles.
Step #8
Canalizzare nel periodo antico
La canalizzazione delle acque ha origine in Mesopotamia, nella Mezza Luna fertile, all'incirca tre millenni prima della nascita di Cristo; essa coincide con la nascita della scrittura e dunque del periodo che viene comunemente definito Storia.
Successivamente nascono nuove e ingegnose tecniche per condurre le acque verso le città e le piantagioni, per esempio nei paesi arabi si utilizzava il sistema dei qanat, ovvero canali sotterranei che collegavano la falda acquifera o la sorgente a una serie di pozzi scavati a intervalli di 50 metri. Questo sistema è molto utile nei paesi periodicamente aridi, nei quali il livello delle sorgenti non è costante ed è possibile un loro abbassamento, infatti grazie a questo metodo è necessario solamente abbassare il piano del condotto con un semplice scavo.
La canalizzazione delle acque ha origine in Mesopotamia, nella Mezza Luna fertile, all'incirca tre millenni prima della nascita di Cristo; essa coincide con la nascita della scrittura e dunque del periodo che viene comunemente definito Storia.
Successivamente nascono nuove e ingegnose tecniche per condurre le acque verso le città e le piantagioni, per esempio nei paesi arabi si utilizzava il sistema dei qanat, ovvero canali sotterranei che collegavano la falda acquifera o la sorgente a una serie di pozzi scavati a intervalli di 50 metri. Questo sistema è molto utile nei paesi periodicamente aridi, nei quali il livello delle sorgenti non è costante ed è possibile un loro abbassamento, infatti grazie a questo metodo è necessario solamente abbassare il piano del condotto con un semplice scavo.
Schematizzazione di un sistema qanat.
Nel mondo romano la canalizzazione assume un'importanza ancora maggiore, dal momento che l'acqua era al centro della potenza di Roma.
Nelle città nascono terme, fontane, fognature, cisterne per la redistribuzione alle abitazioni private e nelle campagne nascono efficienti canali di irrigazione e soprattutto gli acquedotti.
Dell'approvvigionamento idrico ne parlano anche alcuni grandi architetti e scrittori dell'epoca, due esempi sono: Vitruvio, il quale dedica l'ottavo libro del suo De architectura alla tematica e Columella, nei sui trattati di agricoltura.

Acquedotto romano di Pont du Gard (19 a.C.)
Step #7
Pensando al termine ‘canalizzare’ e soprattutto
al sostantivo da cui deriva, viene subito in mente il romanzo “Canale
Mussolini”, di Antonio Pennacchi.
Pubblicato nel 2010 il libro è ambientato
nell’Agro Pontino all’epoca della grande bonifica. Vi si narrano le vicende dei
contadini giunti dal Nordest italiano e trapiantati in questa nuova terra di
frontiera.
Nei poderi lungo questo canale, tra chiuse, rogge
e “cascatelle”, si svolgono le vite dure e a tratti avventurose dei pionieri
veneti e romagnoli in terra laziale.
Indimenticabile la descrizione dello stupore e
dello smarrimento di questi emigranti, catapultati in una nuova realtà dove
tutto appariva estraneo e nuovo: “[…] non c’era nient’altro, non un albero,
niente, tutto spoglio di qua e di là all’orizzonte: il vuoto assoluto. Solo
quella striscia celeste a levante – le montagne – e poi l’argine del Canale
Mussolini. Argine nudo però – terra smossa senza neanche un filo d’erba – non
un argine ma un tumulo, una tomba fresca senza neanche la croce.”

Copertina del romanzo Canale Mussolini, ed. 2010
Step #6
Canalizzare nella poesia.
Il verbo canalizzare non è certamente tra i più ricorrenti nei testi poetici. Il termine, prettamente tecnico, quando non usato un senso figurato, non sembra avere particolarmente ispirato la musa della poesia.
Mi viene in mente tuttavia un testo poetico, un classico per eccellenza, in cui si fa cenno ad un canale, o corso d'acqua, come luogo ideale per la vita dell'uomo.
Si tratta del libro dei Salmi, attribuiti dalla tradizione al re Davide, una delle raccolte poetiche che da quasi tre millenni accompagnano il rapporto tra Dio e l'uomo.
Nel Salmo 1 il giusto viene così definito: "Egli sarà come un albero piantato lungo corsi d'acqua" o, in un'altra versione "Sarà come un albero trapiantato presso un canale".
Si tratta di un'immagine molto evocativa in una terra così arida in cui la creazione di canali era fondamentale per lo sviluppo della civiltà e della vita.
Il verbo canalizzare non è certamente tra i più ricorrenti nei testi poetici. Il termine, prettamente tecnico, quando non usato un senso figurato, non sembra avere particolarmente ispirato la musa della poesia.
Mi viene in mente tuttavia un testo poetico, un classico per eccellenza, in cui si fa cenno ad un canale, o corso d'acqua, come luogo ideale per la vita dell'uomo.
Si tratta del libro dei Salmi, attribuiti dalla tradizione al re Davide, una delle raccolte poetiche che da quasi tre millenni accompagnano il rapporto tra Dio e l'uomo.
Nel Salmo 1 il giusto viene così definito: "Egli sarà come un albero piantato lungo corsi d'acqua" o, in un'altra versione "Sarà come un albero trapiantato presso un canale".
Si tratta di un'immagine molto evocativa in una terra così arida in cui la creazione di canali era fondamentale per lo sviluppo della civiltà e della vita.

Canale nel deserto
Step #5
Canalizzare nel mondo della pubblicità
Al giorno d'oggi la pubblicità, che ci piaccia o no, è diventata una parte importante delle nostre vite; infatti veniamo bombardati in continuazione di spot e annunci sui nostri dispositivi connessi a internet, sulla televisione, sui giornali e addirittura per le strade.
Il termine canalizzare non è di facile individuazione all'interno di una singola reclame, ma può esprimere uno dei concetti verso il quale le compagnie pubblicitarie stanno lavorando: canalizzare solamente la tipologia di annuncio di maggiore interesse per la persona a cui si vuol far arrivare il messaggio.
Questa tecnica veniva già usata nella televisione, dal momento che quando nacquero le televisioni commerciali, cominciarono a essere sponsorizzati prodotti diversi nelle varie ore del giorno in base al programma che l'emittente trasmetteva e alla fascia d'età dell'audience.
Al giorno d'oggi invece la canalizzazione dei messaggi è ancora maggiormente tarata sul singolo utente, poiché "spiando" le nostre ricerche e le nostre attività sui laptop o smartphone le agenzie pubblicitarie sono in grado di proporci prodotti che hanno maggiore presa su di noi e che hanno più possibilità di recare il messaggio al destinatario.
Al giorno d'oggi la pubblicità, che ci piaccia o no, è diventata una parte importante delle nostre vite; infatti veniamo bombardati in continuazione di spot e annunci sui nostri dispositivi connessi a internet, sulla televisione, sui giornali e addirittura per le strade.
Il termine canalizzare non è di facile individuazione all'interno di una singola reclame, ma può esprimere uno dei concetti verso il quale le compagnie pubblicitarie stanno lavorando: canalizzare solamente la tipologia di annuncio di maggiore interesse per la persona a cui si vuol far arrivare il messaggio.
Questa tecnica veniva già usata nella televisione, dal momento che quando nacquero le televisioni commerciali, cominciarono a essere sponsorizzati prodotti diversi nelle varie ore del giorno in base al programma che l'emittente trasmetteva e alla fascia d'età dell'audience.
Al giorno d'oggi invece la canalizzazione dei messaggi è ancora maggiormente tarata sul singolo utente, poiché "spiando" le nostre ricerche e le nostre attività sui laptop o smartphone le agenzie pubblicitarie sono in grado di proporci prodotti che hanno maggiore presa su di noi e che hanno più possibilità di recare il messaggio al destinatario.
mercoledì 8 aprile 2020
Step #4
Canalizzare nella mitologia
Il termine canalizzare ha il suo più famoso riscontro nella mitologia nordica, specialmente in quella Finnica, dal momento che ha la sua divinizzazione in Akka.
La dea veniva venerata per vegliare e proteggere la canalizzazione delle acque, affinchè rendesse fertili le terre dei campi; veniva inoltre associata alla fertilità femminile, e alla fortuna nella caccia. La divinità è inoltre moglie di Ukko, una delle divinità più importanti della mitologia Baltica, il quale è paragonabile a Zeus per i greci e Giove per i romani.
Akka è presente inoltre in altre mitologie delle popolazioni che vivevano nel nord Europa, nei pressi del mar Baltico e della penisola Scandinava: in quella estone era conosciuta come Maan-emo, in quella sami come Madderakka e in quella Careliana come Rauni. La figuara, pur cambiando nome, rimane sempre legata alla sfera semantica della fertilità sia della terra, sia della donna.
Il termine canalizzare ha il suo più famoso riscontro nella mitologia nordica, specialmente in quella Finnica, dal momento che ha la sua divinizzazione in Akka.
La dea veniva venerata per vegliare e proteggere la canalizzazione delle acque, affinchè rendesse fertili le terre dei campi; veniva inoltre associata alla fertilità femminile, e alla fortuna nella caccia. La divinità è inoltre moglie di Ukko, una delle divinità più importanti della mitologia Baltica, il quale è paragonabile a Zeus per i greci e Giove per i romani.
Akka è presente inoltre in altre mitologie delle popolazioni che vivevano nel nord Europa, nei pressi del mar Baltico e della penisola Scandinava: in quella estone era conosciuta come Maan-emo, in quella sami come Madderakka e in quella Careliana come Rauni. La figuara, pur cambiando nome, rimane sempre legata alla sfera semantica della fertilità sia della terra, sia della donna.
Raffigurazione di Akka.
venerdì 3 aprile 2020
Step #2
Storia della parola
Il
termine ‘canalizzare’ deriva dal francese canaliser, attestato per la
prima volta nel XVI secolo e formato dal sostantivo canal + il suffisso
verbale –iser.
A
sua volta, il francese canal proviene dal latino canalis, in
origine aggettivo derivato da canna, -ae, con il significato di ‘relativo
alla (a forma di) canna’.
Tutto
fa supporre che, per un certo periodo, sia esistita una fase intermedia *cannalis,
non attestata, ma quasi necessaria, prima della caduta della geminata: canna
> *can(n)alis > canalis.
Presso
i Romani il termine canalis indicava non solo il canale, ma anche l’alveo
del fiume, il condotto e più in generale il tubo. Questo spiegherebbe la
derivazione dalla canna, in quanto ne ricordava la forma tubolare e cava,
adatta alla conduttura dell’acqua.
Canalis: Fluminis alveus; parvus aquae ductus, etiam subterraneus
Solo
in seguito si sarebbe specializzato nell’accezione di canale, come lo
intendiamo oggi.
Procedendo
a ritroso nel tempo, scopriamo che il termine latino deriva dal greco κάννα,
che indicava un’unità di misura ben precisa.
Questa
sarebbe quindi l’evoluzione della parola: κάννα > canna > *can(n)alis
> canalis e quindi i vari esiti neolatini, tra cui quello francese.
Potremmo
accontentarci di questa spiegazione, avendo rintracciato l’antenato illustre
del nostro verbo canalizzare.
Essendo
il latino e il greco due lingue indoeuropee, saremmo tentati al limite di
ricercarne la comune origine nelle steppe dell’Asia centrale o dovunque siano
vissuti i nostri progenitori.
La
curiosità ci spingerebbe forse a cercarne un corrispettivo in lingue come il
persiano, il sanscrito o l’hindi, ma difficilmente ne troveremmo traccia a
Persepoli o sulle rive dell’Indo.
Il
greco κάννα ha infatti un’origine semitica, per cui le nostre ricerche ci porterebbero
molto indietro nel tempo, ma in tutt’altra direzione.
Sembra
infatti che il termine sia un prestito dall’accadico, la più antica lingua
semitica di cui si abbiano attestazioni scritte.
Presso
gli Accadi, popolazione semitica del Bronzo antico vicino-orientale, il termine
kanu (immaginiamolo scritto in caratteri cuneiformi) indicava un’unità
di misura, che trova corrispondenza anche nell’ebraico קנה (kane).
Nell’ebraico
moderno, il termine kane ha conservato il significato più specifico di
‘canna di fucile’.
Il
termine era probabilmente in auge già all’epoca di Sargon il Grande (2335-2279
a.C.), fondatore dell’impero di Akkad e i grandi edifici della Mesopotamia
vennero progettati e misurati in ‘canne’.
Tra
l’altro la ‘canna’ venne utilizzata come unità di misura anche in Italia fino
all’Età moderna.
Il vocabolo
potrebbe essere passato al greco antico, ovviamente in epoca molto più tarda,
attraverso gli insediamenti dell’Asia Minore, magari all’epoca di Alessandro Magno,
e da lì, secoli dopo, finalmente al latino.
Resta
da spiegarsi la caduta della doppia –n-, tipica di lingue romanze come lo
spagnolo, il portoghese e il rumeno (in realtà anche del francese, anche se le
conserva nella forma scritta), ma non dell’italiano-toscano e neppure del
latino.
Tornando
ai nostri vicini d’Oltralpe, a cui dobbiamo il verbo canalizzare, è
interessante notare come nel francese medievale l’esito del latino canalis
non fosse canal, bensì chanel, che trova riscontro nell’inglese
moderno channel.
Il
termine chanel potrebbe essere approdato in Gran Bretagna all’epoca
della conquista normanna nel 1066, con la battaglia di Hastings e avere
soppiantato il termine germanico in uso fino ad allora, che però sopravvive in
forma ridotta nell’inglese groove (cfr. tedesco Grube).
In
epoca più tarda, quando i linguisti iniziarono a interrogarsi sulla purezza
della lingua francese, il termine palatalizzato chanel cadde in disuso e
venne sostituito dal più illustre e latineggiante canal, che sopravvive
fino a oggi e ha prodotto altri derivati quali canaliser e canalisation.
Dal
francese, lingua “franca” nel vero senso del termine, il neologismo canaliser
passò successivamente a gran parte delle lingue europee: canalizar in
portoghese e spagnolo, canalizzare in italiano, canaliza in
rumeno, ma anche kanalisieren in tedesco e altre lingue germaniche.
Al
di là della Manica – the British Channel – il verbo si impose abbastanza
presto come to canalize ( o anche canalise), ma senza soppiantare
mai del tutto l’altro verbo che nel frattempo era nato dal prestito francese
più antico chanel, ovvero il moderno to channel.
La
più antica attestazione in lingua italiana risale alla prima metà
dell’Ottocento, con una prima comparsa nel 1830 e un uso più frequente a
partire dalla metà del secolo.
Fonti:

Step #1bis: etimologia e traduzione di canalizzare in diverse lingue
Dopo aver analizzato il termine in italiano,
propongo il corrispondente significato e alcuni cenni etimologici in altre lingue.
Francese
Traduzione: canaliser
In francese il
termine è attestato per la prima volta nel 1585 in F. Feuardent, le
Sepmaine des Dialogues, 168b ds Fr. mod., t. 5, p.
72, che ne dà la seguente spiegazione: “enfermer comme dans un canal”
(rinchiudere come in un canale). Si tratta di un’attestazione isolata, mentre
lo ritroveremo più volte a partire dall’Ottocento.
Fonti: https://www.cnrtl.fr
Fonti: https://www.cnrtl.fr
Inglese
Traduzione: canalize, (sinonimo:
to channel)
L'introduzione del termine nella
lingua inglese, come verbo transitivo, è avvenuta nel 1830.
Lo ritroviamo con maggiore frequenza a
partire da questa data, anche nella forma derivata ‘canalization’.
David Thomas Ansted, Scenery, Science and Art: being
extracts from the note-book of a geologist and mining engineer, 1854
Fonti: https://www.merriam-webster.com/
Fonti: https://www.merriam-webster.com/
domenica 22 marzo 2020
Step#1
Canalizzare: significato ed etimologia della termine
Il verbo transitivo canalizzare deriva dal francese canaliser. A seconda del contesto in cui viene utilizzato può assumere differenti significati.
In campo agricolo significa solcare il terreno con una rete di canali per la bonifica e l'irrigazione; in urbanistica costruire fognature per il deflusso delle acque nere e garantire la distribuzione di acque per le abitazioni; in ambito medico indica l'operazione chirurgica di creare canali per il drenaggio di umori stagnanti.
(Fonti: Vocabolario della lingua italiana Zingarelli, dodicesima edizione, 1997; Grande dizionario della lingua italiana versione online http://www.gdli.it/Ricerca/Libera?q=canalizzare )
Il verbo transitivo canalizzare deriva dal francese canaliser. A seconda del contesto in cui viene utilizzato può assumere differenti significati.
In campo agricolo significa solcare il terreno con una rete di canali per la bonifica e l'irrigazione; in urbanistica costruire fognature per il deflusso delle acque nere e garantire la distribuzione di acque per le abitazioni; in ambito medico indica l'operazione chirurgica di creare canali per il drenaggio di umori stagnanti.
(Fonti: Vocabolario della lingua italiana Zingarelli, dodicesima edizione, 1997; Grande dizionario della lingua italiana versione online http://www.gdli.it/Ricerca/Libera?q=canalizzare )
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